Giovedì, 23 Maggio 2013 06:18

PIANO B - Mobilitarsi per salvare la civiltà

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Piano B 4.0
Mobilitarsi per salvare la civiltà
di Lester R. Brown
(EdizioniAmbinte)

       L'emergenza cibo è già scoppiata e rischia di pregiudicare gli equilibri geopolitici tanto quanto succede con il petrolio, se non di più. Questo perché se esistono alternative al greggio, per il cibo invece non ce ne sono. Stiamo quindi entrando in una nuova era alimentare, contraddistinta da alti prezzi del cibo, da un aumento del numero delle persone affamate e da una crescente competizione per le risorse territoriali e idriche. Questa contesa ha già superato i confini nazionali, dato che i ricchi paesi importatori di cibo provano ad acquisire o affittare vaste aree agricole in altri stati, spesso poverissimi e alla fame. "Piano B 4.0" individua nella sicurezza alimentare uno dei più attuali e delicati temi da affrontare a livello globale, le cui cause scatenanti vanno ricercate nella crescita demografica, nel calo delle falde idriche, nell'aumento delle temperature e nell'uso dei cereali come carburante da automobile. Uno stato d'emergenza che richiede politiche e interventi a livello internazionale, ma non solo. Noi tutti abbiamo una responsabilità e un ruolo da giocare anche come singoli individui. Ognuno di noi condiziona le emissioni di anidride carbonica, i cambiamenti climatici e quindi la sicurezza alimentare, e può far qualcosa. Ecco la forza del Piano B: ognuno di noi può metterlo in pratica, subito. E il mondo potrebbe cambiare.Lester R. Brown è presidente dell'Earth Policy Institute, un'organizzazione non profit e interdisciplinare, che ha sede a Washington D.C., fondata nel maggio 2001 insieme a Reah Janise Kauffman. Lo scopo dell'Earth Policy Institute è l'elaborazione di un piano per salvare la civiltà e di individuare il percorso per raggiungere quest'obiettivo.

LESTER BROWNBrown è stato definito dal Washington Post come "uno dei pensatori più influenti del mondo". Il Telegraph di Calcutta lo ha indicato come "il guru del movimento ambientalista". Nel 1986, la Biblioteca del Congresso ha richiesto i suoi scritti per i suoi archivi.

Circa 30 anni fa, Brown contribuì alla definizione del concetto di sviluppo sostenibile, un'idea che è alla base del suo progetto di eco-economia. È stato fondatore e presidente del Worldwatch Institute per i primi 26 anni. Nel corso della sua carriera, iniziata con la coltivazione dei pomodori, Brown è stato autore e co-autore di numerosi testi e gli sono state conferite 24 lauree honoris causa. I suoi libri sono stati tradotti in più di 40 lingue.

Brown è membro della Fondazione MacArthur e destinatario di innumerevoli premi e riconoscimenti, fra i quali nel 1987 il Premio per l'ambiente delle Nazioni Unite, nel 1989 la medaglia d'oro per la natura del WWF e nel 1994 il Premo Blu Planet per "gli eccezionali contributi alla risoluzione dei problemi ambientali". Nel 1995, in occasione della cinquantesima edizione del Who's Who, Lester Brown venne selezionato come uno dei 50 americani più importanti. Recentemente gli è stata conferita una medaglia dal Presidente della Repubblica Italiana e il Borgström Prize dalla Royal Swedish Academy of Agriculture and Forestry; è stato anche nominato professore onorario presso la Chinese Academy of Sciences. Vive a Washington D.C.

Prefazione a Piano B 4.0 (di Loretta Napoleoni)

     "Per chi non si rende conto di quanto sia seria l'emergenza ambientale basta ricordare come si é disintegrata la civiltà che intorno all'anno mille si era insediata nell'Isola di Pasqua. Le due tribù che si contendevano il potere combattevano una guerra assurda con lo scalpello. Le gigantesche statue disseminate nell'isola ne sono la testimonianza. Per costruirle la popolazione tagliò tutti gli alberi che ricoprivano l'isola, un tempo lussureggiante. Questi servivano da combustibile per le fornaci che alimentavano le miniere dove estrarre la pietra, per costruire le corde ed i tronchi con i quali trascinare le statue e per liberare terreno dove poter coltivare i cereali che servivano ad alimentare l'esercito di persone che lavorava giorno e notte alla costruzione delle statue. Finché un giorno ci si accorse che non c'erano più alberi, che il clima era cambiato e che l'isola si era trasformata in un inferno in mezzo al Pacifico. Senza legno con cui costruire imbarcazioni e navi la popolazione era intrappolata nell'isola che distava giorni e giorni di navigazione da qualsiasi altra isola o dalle coste dell'America latina.

Nel giro di qualche anno, per alimentarsi i sopravvissuti divennero cannibali. Questo lo scenario apocalittico descritto in "Collasso" da Jared Diamond e che Lester Brown ci fa magistralmente intravedere nelle pagine del suo libro. Se il Piano B, il canovaccio del salvataggio ambientale del pianeta e della nostra esistenza, non viene implementato immediatamente, questo è ciò che ci aspetta.

Il parallelo con l'emergenza della Seconda Guerra mondiale quindi ben si adatta alla serietà del problema. Come allora la nostra civiltà è minacciata da un potere occulto, irrazionale e distruttivo che oggi si chiama annientamento dell'ambiente. E come allora è difficile visualizzare un mondo senza 'ambiente', arido, o gelido perché contro la natura umana. Come pochi nel 1940 riuscivano a credere all'esistenza della 'soluzione finale' di Hitler, così oggi pochi intravedono nella quotidianità della nostra esistenza le fondamenta della distruzione finale del pianeta Terra. Ma sperare in una Pearl Harbour ambientale è troppo rischioso, meglio invece agire subito e mettere in piedi un programma di cambiamento sociale "a sandwich", nel quale un potente movimento dal basso spinge per mutamenti in un particolare aspetto e una forte leadership politica dall'alto che lo appoggia pienamente.

Paradossalmente il problema maggiore oggi non è la mobilitazione dal basso, ma riuscire a convincere i politici ad agire subito e con decisione. E forse il modo migliore per scuoterli dall'apatia ambientale in cui sono piombati da almeno due decenni è di profilargli l'agonia che ci aspetta se non abbracciamo subito il Piano B. Lester Brown ce ne fa una panoramica agghiacciante quando ci spiega come la nuova geopolitica della scarsità del cibo trascinerà intere nazioni lungo la china del fallimento politico. Una visione che ricorda molto quel capolinea tragico e disumano del cannibalismo descritto da Diamond in riferimento all'Isola di Pasqua dove ricchezza e status sociale cessarono di esistere nel momento in cui la carestia climatica si abbatté sulle sue sponde.

Ma c'è un ulteriore argomento per convincere chi ci governa ad aprire gli occhi, si tratta di un jolly che Brown tira abilmente fuori dalla manica: la convenienza economica della riconversione industriale secondo i principi del risparmio e dell'efficienza energetica. è questo un aspetto che sicuramente attirerà l'attenzione del politico occidentale e di quello delle economie emergenti. Investire nell'industria delle rinnovabili nel lungo periodo riduce ed annulla la dipendenza dagli idrocarburi e dai paesi quindi che usano queste risorse come un'arma diplomatica; permette anche una crescita economica meno costosa e quindi un benessere al quale l'occidente si è assuefatto. Senza questa dipendenza non ci sarebbe stata la guerra in Iraq ed i costi astronomici, pari a 3 mila miliardi di dollari che il contribuente americano ha pagato e paga direttamente e che anche noi, cittadini del mondo, continuiamo a pagare indirettamente. Razionalmente, quindi, la strada tracciata da Brown è quella più logica. Allora perché non percorrerla?

Il primo ostacolo è l'ignoranza, non si vuole credere di camminare su un baratro profondissimo, dal quale una volta precipitati non riusciremo mai più a risalire. Ambiente, energia e cibo sono la stessa cosa, sinonimi dell'olocausto ambientale, al punto che è probabile che le carestie ci stermineranno prima ancora che l'inquinamento faccia breccia nei nostri cromosomi condannandoci tutti a morire di cancro. Il secondo ostacolo è l'inerzia, la facilità con la quale spingiamo un interruttore, accendiamo il motore della macchina e gettiamo nella pattumiera bicchieri di carta e plastica. Il terzo è l'assurda nozione di onnipotenza: se siamo arrivati fin qui, dominando tutte le altre specie umane un motivo ci sarà, sapremo quindi vincere anche la battaglia contro la distruzione dell'ambiente inventandoci qualcosa, ma lo faremo solo quando sarà necessario combatterla. Peccato che questa guerra sia iniziata già da più di due secoli, con l'avvento della rivoluzione industriale, e che noi non ce ne siamo ancora accorti.

Il panorama descritto da Brown è giustamente profondamente preoccupante. Il Piano B è un lumicino di speranza, forse uno degli ultimi che si sono accessi nelle tenebre in cui siamo ormai abituati a vivere. Se non agiamo adesso, oggi, in questo preciso istante, allora anche questa luce si spegnerà. La speranza è che questo libro pieno di informazioni fondamentali, con tutte le sue immagini apocalittiche del futuro prossimo venturo e le innumerevoli soluzioni economiche e sociali per evitarlo, faccia svegliare dal torpore dell'indifferenza ambientale quei politici che hanno il potere di salvare il mondo. Solo loro possono fermare la bomba ad orologeria sulla quale tutti noi siamo seduti. Ed allora convinciamoli ad agire, costringiamoli ad aprire gli occhi, forziamoli a salvare questo pianeta bellissimo che per milioni e milioni di anni è stato la culla delle specie animali e vegetali che ci circondano. Consegnare questo miracolo quotidiano alla polvere e all'inferno della soluzione finale ambientale e noi a quella finale per la specie umana, in una una sorta di cannibalismo, sarebbe un'assurdità inconcepibile anche per i mediocri e sonnolenti politici che ci governano."

Loretta Napoleoni
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